La storia del proibizionismo americano e del Volstead Act
Articolo scritto con la collaborazione di miglioralambicco.it
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Contesto storico: l’America prima del Proibizionismo
L’America del XIX secolo era caratterizzata da una diffusa cultura dell’alcol, con una considerevole presenza di birrerie, distillerie e sale da pranzo che offrivano bevande alcoliche.
L’uso eccessivo di alcolici aveva conseguenze negative sulla società, con un aumento della violenza domestica, dell’instabilità familiare e degli incidenti sul lavoro.
Tuttavia, il crescente disordine pubblico causato dall’abuso di alcol portò alla nascita di movimenti temperanti e di sobrietà, che si opponevano all’uso eccessivo di bevande alcoliche e promuovevano una vita sana e virtuosa.
Questi movimenti si unirono per formare un movimento più ampio per il proibizionismo, con l’obiettivo di vietare completamente la produzione, la vendita e il consumo di alcolici negli Stati Uniti.
Il movimento per il Proibizionismo negli Stati Uniti
Il movimento per il proibizionismo negli Stati Uniti raggiunse il suo culmine nel corso del primo decennio del XX secolo. Organizzazioni come la “Woman’s Christian Temperance Union” (WCTU) e l'”Anti-Saloon League” (ASL) svolsero un ruolo chiave nella promozione della proibizione attraverso campagne di sensibilizzazione, lobby e attivismo politico.
- La WCTU, fondata nel 1873, era guidata principalmente da donne e si batteva non solo contro l’abuso di alcol, ma anche per i diritti delle donne e per la temperanza in generale.
- La ASL, costituita nel 1893, fu invece un’organizzazione più politicamente orientata, che cercò di ottenere la chiusura di tutte le sale da pranzo e dei locali che vendevano alcolici.
Queste organizzazioni promossero la propaganda anti-alcolica, organizzando boycott contro le birrerie e le distillerie e sostenendo i candidati politici che abbracciavano le loro cause. Grazie alle loro azioni, i movimenti proibizionisti riuscirono a guadagnare sempre più consensi nell’opinione pubblica americana.
Il Volstead Act: la legge che proibì l’alcol
Il proibizionismo raggiunse il suo apice con l’approvazione del “National Prohibition Act”, noto anche come Volstead Act, nel 1919. Questa legge fu promulgata per implementare il XVIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che vietava la produzione, la vendita e il trasporto di bevande alcoliche nell’intero paese.
Il Volstead Act definì inoltre legalmente ciò che poteva essere considerato come “bevanda alcolica”, fissando un limite di alcol nel 0,5%. Questo permise la continuità di alcune attività legate all’alcol, come la produzione e la vendita di vini “medicinali”, prescrizione di liquori per uso religioso e l’uso di alcol per scopi industriali.
L’applicazione del Volstead Act fu affidata all’Internal Revenue Service (IRS), che aveva il compito di sorvegliare la produzione e la vendita di alcolici, raccogliere le tasse sulle bevande “legali” e punire coloro che violavano la legge.
Gli effetti del proibizionismo sulla società americana
Nonostante gli sforzi fatti dalle organizzazioni proibizioniste per promuovere un maggior controllo sociale e la riduzione dei problemi causati dall’alcolismo, il periodo della proibizione ebbe effetti contrari a quelli sperati.
La produzione e il contrabbando di bevande alcoliche fu un grande affare per molti individui che continuarono a vendere illegalmente alcolici. Questo portò ad un aumento della criminalità organizzata, con l’emergere di figure come Al Capone, che controllava il traffico illegale di alcolici a Chicago.
L’epoca della messa al bando dei distillati creò un mercato nero in cui la qualità e la sicurezza delle bevande alcoliche erano scarsamente controllate. Molte persone si ammalarono o morirono a causa del consumo di liquori contraffatti, talvolta contenenti sostanze tossiche come metanolo.
La fine del proibizionismo e le sue conseguenze a lungo termine
L’opposizione al proibizionismo crebbe sempre di più negli anni ’30, a causa dell’evidente fallimento di questa politica e dell’instabilità economica causata dalla Grande Depressione. Nel 1933, il presidente Franklin D. Roosevelt firmò il “Twenty-first Amendment” che abrogò il XVIII emendamento, ponendo fine alla messa al bando degli alcolici.
La fine del proibizionismo portò a diversi cambiamenti nella società americana. L’industria delle bevande alcoliche tornò a prosperare, creando nuovi posti di lavoro e incrementando l’economia. Inoltre, la fine di quest’epoca portò a una riduzione della criminalità organizzata legata al traffico di alcolici, anche se il suo impatto sulle attività illegali in generale fu piuttosto limitato.